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Una parabola per i nostri giorni
- sorrentino.francesco
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2 Anni 2 Mesi fa #269
da sorrentino.francesco
Una parabola per i nostri giorni è stato creato da sorrentino.francesco
Premessa
La scorsa settimana, durante gli Esercizi Spirituali, ho ricevuto tra le mani questa “parabola”. Certamente, ha molto da dire a livello personale (anche se il protagonista è un giovane, il suo insegnamento vale per giovani e meno giovani). Tuttavia, si può fare anche una ermeneutica a livello istituzionale per comprendere meglio come si affrontano o non si affrontano certe situazioni o dinamiche, anche con buone intenzioni, ma che non danno risultato, perchè, in realtà, si fugge dal problema vero...
La storia di un giovane monaco.
Il monaco Evagrio Pontico (IV secolo) e Giovanni Cassiano (+ 435) raccontano la storia di un monaco che non può stare nella sua cella. Per lui la cella è diventata troppo piccola e il caldo soffocante del mezzogiorno orientale insopportabile. La noia, la nausea e il disgusto verso la vita spirituale di un monaco lo schiacciano. Gli sembra che tutta la sua pietà non lo porti da nessuna parte; non vede alcun beneficio spirituale. Quindi, guarda fuori, attraverso la finestra, per vedere se qualche fratello viene a trovarlo. Ma anche questo non porta a nulla. Perciò, si sente nauseato dalla sua solitudine e parla contro gli altri. Vuole semplicemente scappare e, infatti, scappa. Vuole uscire dalla piccolezza della sua cella ed entrare, così pensa, nella vita vera.
Origene, a proposito del caldo soffocante del mezzogiorno orientale, parlava del demonio meridiano / demonio del mezzogiorno. Naturalmente, Origene era abbastanza saggio da riconoscere che non si può fuggire da questo demonio meridiano. Questo continuerà a perseguitare il monaco. La tiepidezza, l'insoddisfazione, l'apatia, la tristezza e la nausea lo accompagneranno anche in seguito. In effetti, la nausea per la vita monastica può trasformarsi rapidamente in nausea per la vita mondana e i piaceri mondani.
La scorsa settimana, durante gli Esercizi Spirituali, ho ricevuto tra le mani questa “parabola”. Certamente, ha molto da dire a livello personale (anche se il protagonista è un giovane, il suo insegnamento vale per giovani e meno giovani). Tuttavia, si può fare anche una ermeneutica a livello istituzionale per comprendere meglio come si affrontano o non si affrontano certe situazioni o dinamiche, anche con buone intenzioni, ma che non danno risultato, perchè, in realtà, si fugge dal problema vero...
La storia di un giovane monaco.
Il monaco Evagrio Pontico (IV secolo) e Giovanni Cassiano (+ 435) raccontano la storia di un monaco che non può stare nella sua cella. Per lui la cella è diventata troppo piccola e il caldo soffocante del mezzogiorno orientale insopportabile. La noia, la nausea e il disgusto verso la vita spirituale di un monaco lo schiacciano. Gli sembra che tutta la sua pietà non lo porti da nessuna parte; non vede alcun beneficio spirituale. Quindi, guarda fuori, attraverso la finestra, per vedere se qualche fratello viene a trovarlo. Ma anche questo non porta a nulla. Perciò, si sente nauseato dalla sua solitudine e parla contro gli altri. Vuole semplicemente scappare e, infatti, scappa. Vuole uscire dalla piccolezza della sua cella ed entrare, così pensa, nella vita vera.
Origene, a proposito del caldo soffocante del mezzogiorno orientale, parlava del demonio meridiano / demonio del mezzogiorno. Naturalmente, Origene era abbastanza saggio da riconoscere che non si può fuggire da questo demonio meridiano. Questo continuerà a perseguitare il monaco. La tiepidezza, l'insoddisfazione, l'apatia, la tristezza e la nausea lo accompagneranno anche in seguito. In effetti, la nausea per la vita monastica può trasformarsi rapidamente in nausea per la vita mondana e i piaceri mondani.
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- manco.giovanni
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2 Anni 2 Mesi fa #271
da manco.giovanni
Risposta da manco.giovanni al topic Una parabola per i nostri giorni
Credo, caro Francesco, che dipenda dalla persona del monaco, del prete, del missionario o della religiosa: se hai deciso di vivere una vita " piccolo borghese" come di diceva una volta, o come papa Francesco ci mette in guardia parlando di mondanita' spirituale, questo e' molto probabile che accada. Forse si e' scambiata la vocazione " trascendente" in un buon ufficio da funzionario di Dio! Ma cosi' e' la morte di Dio e del Vangelo( In questo aveva ragione Nietsche dei bacchettoni del suo temoi!) Diversamente chi invece la vita la vuole mordere, affrontare nelle sue contraddizioni accettando la propria mortalita' e fragilita' e allo stesso tempo trovando forza nella mistica. Aveva ragione Karl Ranher: il secolo XXI o sara' mistico o non sara'. Io aggiungo: il secolo 21 o sara' " contempa/ attivo o non sara'.... buon insegnamento di Tonino Bello( venerabile) ai missionari! Buon lavoro! p. Gianni manco
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